F.lli Lorenzi in collaborazione con, Centro di Cultura Italia Asia, Museo Arte e Scienza, famiglia Roberto Jelmini vi invita il 29 novembre alle 18.00 nel negozio di C.so di Porta Romana, 1 per una per una presentazione dei processi di fabbricazione delle spade dei Samurai (“alla fine della lavorazione, dopo quindici ripiegature, si arrivava a 32768 strati”) e di come le tecniche antiche sono applicate oggi nei migliori coltelli da cucina e sportivi.
Sarà possibile ammirare alcuni pezzi da collezione (Katana se di lunghezza superiore a 2 shaku, Wakizashi, quando misura meno di 2 shaku, Tsuba cioè l’elsa), datati tra il 1400 e il 1800 e presentati direttamente dai collezionisti.
“Il collaudo di una lama seguiva le rigide norme dettate da Yamada Tameshigi (uno dei collaudatori a servizio del governo con l’autorizzazione ad impiegare i corpi dei prigionieri per le loro valutazioni). Esso consisteva nel provare l’efficienza dell’arma sferrando un fendente sul cadavere di un uomo, sciabolata che in un sol colpo doveva recidere la parte colpita. Vi erano sedici modi diversi di collaudo, la più semplice consisteva nel troncare la mano all’altezza del polso, la più impegnativa era il taglio completo del corpo all’altezza dell’addome.”
Oggi in Giappone pur nel rispetto della tradizione le prove dei coltelli da cucina sono sicuramente meno cruente. E secondo un approccio olistico che avvicina arte, cucina e filosofia per un sereno piacere nel cucinare occorre usare sempre il coltello giusto. Infatti in accordo con la dichiarazione di Tim Mälzer. “ un buon coltello non solo rende il lavoro più facile, ma aiuta anche a cucinare meglio”.